Attualmente lo smaltimento di deiezioni/scarti zootecnici e frazione organica dei rifiuti urbani e’ soggetto ad una rigida normativa sulla tracciabilità che ne impedisce usi alternativi e comporta costi non indifferenti. La destinazione finale di questi scarti e’ rappresentata dall’ottenimento di compost di scarsa qualità. D’altra parte, in natura questi materiali organici sono il substrato ottimale per la crescita di alcune specie di insetti con adattamenti tali da prosperare in ambienti con elevate quantità di microrganismi potenzialmente patogeni. Tra questi insetti vi è la “mosca soldato” (MS), Hermetia illucens (Diptera, Stratiomyidae), una mosca non infestante (gli adulti vivono pochi giorni, non si nutrono e non trasmettono patogeni), le cui larve convertono in modo rapido ed efficiente grandi quantità di rifiuti organici in biomassa proteica ricca di grassi. In relazione al tipo di substrato in cui crescono le larve, le prepupe (stadio che precede l’adulto) possono essere raccolte e usate per vari scopi. In alcuni paesi europei e’ possibile usare le prepupe di MS a scopo alimentare, solo se si allevano le larve su scarti vegetali e/o alimentari. L’assenza di una legislazione chiara sull’uso di insetti commestibili ha finora ostacolato lo sviluppo industriale dell’allevamento di insetti per il settore mangimistico-alimentare in Italia.
In un’ottica di sostenibilità della gestione della filiera zootecnica e delle produzioni agrarie, il ricorso a sistemi che possano ridurre da un lato massa e contenuto ammoniacale delle deiezioni e dall’altro il ricorso a fertilizzanti di sintesi, si profila come altamente vantaggioso. Grazie all’attività delle larve di MS e’ possibile ridurre del 60% la massa secca delle deiezioni, il tenore di fosforo e azoto, sopprimere la crescita batterica (compresi i batteri nocivi), gli odori sgradevoli e la popolazione di mosche domestiche infestanti. Il residuo risultante e’ un compost ammendante di buona qualità. È stato dimostrato (www.zeolife.it) che grazie ad applicazioni in pieno campo di zeolitite, roccia recuperabile dagli scarti di produzione di cava, e’ possibile ridurre fino al 50% l’apporto di fertilizzanti chimici nelle coltivazioni. Ciò è dovuto all’elevato contenuto di zeoliti, minerali in grado di effettuare processi di scambio cationico che assorbono azoto ammoniacale, come quello presente nei liquami, rilasciando i cationi (Na, K, Ca, Mg) naturalmente contenuti nel minerale. L’aggiunta di questa roccia alle lettiere zootecniche abbatte le emissioni sgradevoli e consente di ottenere un ammendante per i terreni, la cui azione e’ inesauribile nel tempo. Attualmente le bioplastiche utilizzate in agricoltura derivano da polimeri di amido di mais e spesso presentano una biodegradabilità non uniforme e avente durata superiore al ciclo colturale delle piante orticole. L’utilizzo di bioplastiche a base proteica, oltre ad evitare il ricorso a piante destinate all’alimentazione, potrebbe rappresentare una valida soluzione alternativa, garantendo il rilascio dell’azoto durante la biodegradazione in sincronia con il ciclo colturale. Le prepupe di MS ottenute da rifiuti possono essere usate come biocombustibile ma potrebbero rappresentare una risorsa per la produzione su larga scala di proteine, grassi, chitina ed altre biomolecole attive (es. antibiotici) da impiegare per diversi scopi. Tuttavia, attualmente non sono disponibili processi industriali sostenibili per il frazionamento degli insetti nelle loro componenti. L’uso di proteine come componenti di bioplastiche, presenta alcuni problemi che limitano gli sviluppi del materiale
stesso. A partire dalle proteine da MS, l’individuazione di una appropriata miscela di componenti/additivi per migliorare le proprietà ed il potenziale tecnologico applicativo e’ un punto chiave per garantire la reale processabilità e l’ottenimento di bioplastiche funzionali.

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